“Ma dobbiamo arrivare fino a la?” dico io indicando l’arrivo della cabinovia. “mi sa dIMG-20160710-WA0006i si” dice Davide guardandomi ridendo. Vista dal Passo del Tonale, passo Paradiso è veramente lontano, inserito in un contesto roccioso meraviglioso. Io e Davide stavamo bene, anche se la salita nel bosco da Ponte di Legno mi era rimasta nelle gambe. Mentre scrivo mi viene da ridere pensando che dal Tonale potrei raccontare un’altra storia, un vero e proprio “viaggio nel viaggio”, condiviso con il mio amico e partner per gli ultimi 20 km di corsa. Le posizioni infatti si erano cristallizzate; il concorrente dietro non si vedeva, mentre non avevo risorse sufficienti per cercare di recuperare altre posizioni; così la salita è stata affrontata con determinazione ma riuscendo a concederci anche piccole soste “contemplative”, il tutto condito da battute e risate che spero e credo mi ricorderò a lungo.

La gara era partita molte ore prima, dal lago di Iseo, su una chiatta che salpatata da Marone dove era posto il T1 ci ha portato in mezzo al lago per cominciare la frazione natatoria. Ero carico e stavo bene anche se un “disguido” organizzativo con la colazione (…praticamente non fatta) e una dormita di un’ora e mezza (…arrotondata per eccesso) non erano delle buone premesse.

Gran bel clima tra gli altri concorrenti sulla barca, tensione che sale e partenza con tuffo nel buio pesto. Sintesi di un momento davvero irripetibile. Si comincia a nuotare senza ben sapere dove si stesse andando. Le boe sono davvero poco visibili e cosi ci si organizza come si può, seguendo le suggestive luci lampeggianti inserite nei galleggianti di sicurezza che ogni atleta ha in dotazione. La seconda boa per me è un miraggio; la individuo solo dopo avere fatto un giro larghissimo; ma tant’è…”gli altri saranno nelle stesse condizioni” penso, e così giù il crapone e via verso la terza e ultima boa di fianco all’isolotto; stava albeggiando; meraviglioso.

Esco inaspettatamente bene dall’acqua e dopo un cambio senza intoppi, via in bici per la Valcamonica. Fino ad Edolo la strada non mi è piaciuta…troppo traffico nonostante la mattina fosse ancora giovane. Riesco anche a litigare con automobilista, il qIMG-20160711-WA0037uale forse pensava che il codice della strada non prevedesse la possibilità per una bicicletta di poter svoltare a sinistra ad una rotonda…. La cultura sportiva italiana non perde occasione per farsi riconoscere in tutta la sua pochezza; e da italiano doverlo sottolineare tutte le volte è davvero una sconfitta. Ma torniamo a parlare della gara; Da Edolo in poi bellissima. Sul Mortirolo cedo un po e da li a svettare sul Gavia gioco solo in difesa; sono stanco e non sto bene; sapevo di non essere al top dopo la gara di due settimane prima…ma credevo meglio. La discesa dal Gavia è una medicina; piano piano passa la crisi e mi fa affrontare la corsa con grande ottimismo; l’entusiasmo della crew al T2 è alle stelle.

I primi 20 km, sono molto mossi, ma passano veloci. Conosco Gianluca, simpaticissimo, i primi dieci km li facciamo insieme, poi lui ne ha di più e va, dandoci appuntamento all’arrivo. I pezzi veloci li corro tutti, gli strappi li cammino di buon passo. Ritorno a Ponte per cominciare l’ascesa al Tonale; Davide è li che mi aspetta zampettante e felice come un bambino. La sua carica in quel momento è stata fondamentale. Partiamo, e arriviamo al Tonale con un buon ritmo nonostante alcune rampe davvero toste nel bosco. Bacino veloce alla crew e via verso Passo Paradiso. Gli ultimi 50 metri, un tappeto rosso che ti porta sotto il gonfiabile dove ti aspetta un campanello che suona e tutto l’affetto e l’entusiasmo di chi ti stava aspettando. La Vale non vede l’ora di darmi la manina per percorrere gli ultimi metri; è il momento che sogni dalle 4 della mattina! Gianluca è dentro che mangia e ci salutiamo come se ci si conoscessimo da 1000 anni; sono le magie che succedono in queste situazioni, dove la fatica e la sfida ci spogliano delle nostre maschere e ci fanno apparire per quello che siamo.

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Al rifugio mangiamo qualcosa e mi bevo la birra a cui stavo pensando ormai da troppe ore; Sali, gel e cocacola hanno saturato il mio palato…e mi escono dagli occhi.

E’ sceso il buio, i bimbi sono distrutti, è ora di tornare in albergo; prima però voglio passare a prendere la mia bici (in custodia dall’organizzazione presso il T2) e le sacche con gli indumenti utilizzati in gara, così da avere una cosa in meno da fare l’indomani mattina e potere riposare un pochino di più.

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Spingendo la bici verso l’Hotel per la strada pedonale di Ponte di Legno, l’ultima grande emozione della giornata: la strada era piena di gente che passeggiava godendosi la propria serata. Un ragazzo riconoscendomi come un partecipante alla gara ha cominciato ad applaudirmi gridandomi “Grande!!! Grande!!!…ma come cazzo fate a fare una cosa così..”…e presto l’applauso si è esteso alle persone vicine, trasformando la strada in una fighissima e decisamente imbarazzante “walk of fame”. Io non potevo fare altro che sorridere e ringraziare mentre tra me e me pensavo: “se sapessero che altri 24 bastardi sono arrivati prima di me…non lo farebbero”.

Gara meravigliosa. Sebbene contraddistinta da comprensibilissimi problemini di gioventù, si è respirata dal primo momento il grande entusiasmo e la grande passione e professionalità degli organizzatori, sempre gentilissimi e disponibili. Benefit per gli atleti unici!!! Un meraviglioso body e un piumino tanto bello quanto inaspettato all’arrivo, con una frase stupenda sul polsino: “Once you have decided that winning isn’t everything, you become a winner”. Concetto che spesso ricordo ai miei atleti!

IMG-20160711-WA0054Ha concluso la manifestazione una premiazione dal clima familiare ed entusiasta, seguita da un pranzo davvero luculliano.

Auguro sinceramente agli organizzatori che a questa “Edizione Zero” possa seguire un’ ”edizione uno” ricca di partecipazione! Gli ingredienti per essere il top ci sono davvero tutti!