Nuoto, bici, corsa. Nuotare, pedalare e correre. Uno dopo l’altro. Senza soluzione di continuità. Questo è il triathlon. Disciplina dal grande fascino che negli ultimi anni sta sempre più avendo connotati “di massa”. Partecipando frequentemente a gare ed eventi ed allenando diversi atleti, sento di avere normalizzato da tempo questo mondo variopinto, fatto di passione, dedizione e fatica. E’ infatti normale vedere ragazzi (più o meno giovani…) litigare coi vari impegni che vita lavorativa e famiglia impongono per ritagliarsi il tempo per allenarsi..anche due e più volte in un giorno. Ma è realmente una cosa normale o ci ho fatto solo l’abitudine?
E’ un quesito che fino ad oggi mi si è posto solamente in relazione alle caratteristiche fisiche degli aspiranti triatleti, soprattutto in relazione al loro reale stato di forma; preciso: non sto parlando della forma perfetta o del “modello perfetto” di triatleta, bensì di eventuali caratteristiche fortemente limitanti come problematiche muscolo scheletriche, endocrine o cardiovascolari. Si, perchè un triatleta usa sia la parte superiore del corpo che quella inferiore, utilizza le sue articolazioni in modo fortemente impattante e raggiunge livelli di stress fisico molto alti. Va da se che non ho mai ritenuto “normale” che una persona in pessime condizioni fisiche o in presenza di patologie fortemente penalizzanti si avvicinassero a questo sport, perlomeno non prima di avere intrapreso un percorso di training specifico per limitare o risolvere le suddette problematiche qualora fosse possibile.
Il quesito riguardo alla possibilità che tutti possano fare triathlon è basata su due punti in particolare:
- La mancanza di tempi tecnici per un allenamento minimamente condizionante
- Lo stravolgimento di vite familiari in virtù di una neonata esigenza agonistica
Le discipline da allenare sono 3. Tante. Un allenamento condizionante prevede un minimo di due allenamenti alla settimana per disciplina. Fatti due conti…son sei a settimana. Ne vale la pena? Questa mia considerazione si basa sul fatto che 4 allenamenti settimanali su una disciplina sola (…scegliendo a caso tra le tre discipline suddette) sono già un’ottima base per portare vicino al limite individuale un atleta amatore! Considerazione che può essere subito smorzata da una risposta…dovuta: “ma a me piace il triathlon!?!?”…e che triathlon sia!!! A questo punto però un grado di consapevolezza maggiore sulla questione “triathlon per tutti” è fondamentale e mi sento da allenatore di esprimere il mio pensiero a riguardo: se si deve stravolgere la propria vita per rubare un allenamento, non fatelo! Se dovete perdere concentrazione sul vostro lavoro, non fatelo! Se dovete rubare del tempo prezioso ai vostri figli piccoli, non fatelo! Se rosicate costantemente perchè non riuscite ad allenarvi, non fatelo!…non c’è un solo aspetto positivo in tutto questo; stravolgere tutto…per allenarsi pure male!
“Un allenatore che dice questo deve essere davvero un pirla!”…forse si…ma non per questo motivo! E’ il realismo di un tecnico che pur fornendo schede di lavoro tagliate sui 5′, spesso vede con vengono seguite, è il realismo di un tecnico che si confronta con atleti sempre nervosi e stressati soprattutto perchè non riescono ad allenarsi, è il realismo di un atleta che vive nello stosso mondo, è il realismo di un marito, è il realismo di un papà…
Quindi? non facciamo più triathlon? Lo facciamo fare solo ai pro e ai single disoccupati (…ma ricchi,,,)? No!!! Quindi…dobbiamo solo diventare più COERENTI E CONSAPEVOLI DEI NOSTRI LIMITI!!! Si cerca di fare quello che si può. bene. Se non si può ci si organizza diversamente. Se è troppo oneroso organizzarsi diversamente, si va alle gare per quello che siamo riusciti a fare. Se vogliamo fare un mezzo ma non possiamo, ci prepariamo per un olimpico, o per uno sprint. Invece di preparare male 5 gare, ne preparo bene 2. ecc. ecc.
Mi sono ripromesso di trattare il tema “40enni che non hanno mai fatto un CAZZO e un giorno si svegliano PROFESSIONISTI” in un’altro articolo, ma ne sfrutto la categoria per concludere questa delirante spataffiata:
se avete capito che il triathlon e lo sport sono fonte di vita, di felicità, di eccitazione…inseritelo nella vostra quotidianità…con semplicità. Se inserirlo nella vostra quotidianità è impossibile, cercate di modificare la vostra quotidianità, cambiate vita!!!! Perchè quello che il triathlon stà smuovendo…è forse un malessere che ha radici più profonde che non possono solo essere messe in discussione da una disciplina sportiva, seppur meravigliosa!!! Chiedetevelo!!! Prendetene atto e siate coraggiosi!!! Il triathlon sarà sempre li ad aspettarvi…
Giuliano Conconi
-allenatore e preparatore atletico-
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